preparazioni estrattive
Secondo la definizione della FU, "Le droghe vegetali sono essenzialmente piante intere, frammentate o tagliate, parti di piante, alghe, funghi, licheni in uno stato non trattato, generalmente in forma essiccata, ma talvolta fresche. Sono anche cosnsiderate droghe vegetali alcuni essudati che non sosno stati sottoposti ad uno specifico trattamento. Le droghe vegetali vengono definite con precisione secondo il sistema binomiale (genere, specie, varietà e autore)". Più praticamente, le piante possono essere considerate come un laboratorio contenenente numerose sostanze chimiche, estraibili in modo differenziato in base al metodo utilizzato (v. tabella). Da ognuna di queste metodiche è possibile ottenere un prodotto finale con requisiti e caratteristiche anche molto diverse tra loro, con indicazioni terapeutiche peculiari, ed altrettante modalità di uso e controindicazioni.Le tecniche estrattive applicate a materiale di natura vegetale, sono impiegate oltre che per ricavare il principio attivo puro, anche per ottenere una forma più pratica e stabile, eliminando dalla droga i componenti indesiderati.
DROGA | distillata con acqua | idrolati, essenze |
distillata con alcol | alcolati | |
polverizzata | polveri | |
estratta mediante | infusione, decozione, digestione, macerazione, percolazione |

Generalmente si inseriscono anche droghe vegetali con lo scopo di migliorare il sapore e l’odore della tisana stessa (Menta, Liquirizia, Finocchio, Anice, ecc.)
distillazione con acqua: idrolati
Gli idrolati sono preparazioni in cui il principio attivo, generalmente volatile o di origine vegetale (ad es., terpeni), viene portato in soluzione mediante distillazione in corrente di vapore, tecnica usata soprattutto per composti che essendo altobollenti potrebbero decomporsi nelle normali condizioni di distillazione.La distillazione in corrente di vapore interessa la maggior parte delle piante aromatiche: Anice, Cannella, Origano, Garofano, Lavanda, Issopo, Geranio, Menta, Basilico, Rosmarino, Timo, Salvia, Sandalo, Ylang-Ylang, Finocchio, Cipresso, Ginepro, ecc. e si riserva per quegli oli essenziali scarsamente solubili in acqua e i cui costituenti non sono decomposti dal calore.
![]() Generalmente le piante aromatiche si distillano allo stato fresco perchè una loro conservazione, protratta anche per poche ore, può innescare dei processi fermentativi capaci di distruggere in parte l'essenza o di alterarne la fragranza del profumo. |
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il vapore attraversa il materiale vegetale e distilla l'olio RECIPIENTE DISTILLATORE vapore in ingresso | miscela di vapore e olio | acqua in uscita dal condensatore CONDENSATORE acqua fredda in entrata SEPARATOREl'idrolato esce dal basso del separatore |
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essenza oleosa raccolta dalla parte alta del distillato |
- le parti della pianta fresca o essiccata sono messe in un contenitore chiuso ermeticamente;
- il vapore in pressione è introdotto nella parte inferiore del contenitore e passa attraverso le parti vegetali per vaporizzare gli oli volatili in esse contenute;
- la miscela di vapore e olio vaporizzato passa attraverso un condensatore;
- gli oli essenziali sono estratti dall'acqua aromatizzata alla superficie del separatore mentre l'idrolato viene raccolto nella parte inferiore.
- prendere un leggero eccesso di essenza e dibatterla in acqua eliminando poi la frazione oleosa indisciolta;
- dopo aver disperso l'essenza in una polvere (per esempio, talco), in modo da garantire una maggior superficie di contatto, la si disperde in acqua e successivamente la si filtra;
- si realizza la dispersione facendo ricorso a sostanze tensioattive.
distillazione con alcol: alcolati
Analoghi agli idrolati, si ottengono per distillazione con alcol delle droghe fresche, messe precedentemente a macerare in alcol per il tempo necessario. Si usa alcol a 96º e, dato che le droghe sono fresche e contengono ancóra acqua, si limita la sua presenza distillando solo i 2/3 del macerato. Per droghe diverse da fiori e foglie, si può anche ricorrere alla spremitura meccanica oppure all'estrazione con un solvente volatile che possa poi essere facilmente eliminato. Gli idrolati, essendo soluzioni sature, possono presentare il cosiddetto effetto di salatura: diminuzione di solubilità ed intorbidamento per aggiunta di altre sostanze.![]() |
polveri
Le polveri sono preparazioni solide omogenee ottenute mediante operazioni meccaniche eseguite sulla droga. Vengono usate per confezionare compresse, capsule o bustine. Esistono polveri micronizzate, e sono preparazioni stabili, anche se con modeste quantità di principi attivi. Il limite maggiore della polveri è rappresentato dal fatto che i princìpi attivi, non sottoposti ad alcun processo estrattivo, possono rimanere “intrappolati” nel tessuto vegetale, e quindi sono scarsamente biodisponibili A parte alcune polveri presenti in Farmacopea, possono essere utilizzate razionalmente come eccipiente per capsule o veicolo di oli essenziali, come la polvere radice di Liquirizia, oppure ancora come fonte di fibre (Fucus, Altea, Guar, ecc.) o di tannini (quercia, krameria, ecc.), peraltro senza altre significative attività farmacologiche a livello sistemico.processi estrattivi non distillativi
Come solvente si impiega acqua, alcol, glicerina, etere, ecc. Inoltre, nel solvente, detto mestuo, possono essere presenti acidi o basi (alcaloidi, glucosidi, olii essenziali, tannini, zuccheri, mucillagini, ecc.), a seconda del tipo di principio attivo da estrarre. I procedimenti estrattivi sono quasi tutti fondati sulla diffusione: il solvente penetra nelle cellule, le rigonfia e le rompe portando in soluzione i princìpi attivi, ma questi possono anche fuoriuscire dalle cellule intatte per semplice diffusione passiva.Per quanto riguarda i metodi estrattivi, eccone un sommario:
- infusione: la droga (fiori, foglie, parti erbacee) viene immersa in acqua e lasciata raffreddare dopo averla portata ad ebollizione (tipo preparazione domestica del tè). La concentrazione degli infusi richiede da 1 a 10 parti di droga per ottenere 100 parti di infuso;
- decozione: la droga (radici, legni, cortecce, semi)
opportunamente tagliata viene posta a contatto con l’acqua e quindi
portata a ebollizione per un periodo variabile da 2 a 10 minuti circa.
La differenza con l'infusione è la maggior durata del contatto fra droga
e acqua bollente. La concentrazione dei decotti richiede solitamente 5
parti di droga per ottenere 100 parti di decotto.
La concentrazione di infusi e decotti è ottenuta esprimendo in
percentuale i grammi di droga utilizzata per raccogliere 100 grammi di
colatura; così, ad esempio, un infuso di fiori di tiglio al 5% significa
che sono stati raccolti 100 grammi di colatura da 5 grammi di droga;
- digestione: si mantiene la droga a contatto con il solvente fornendo moderatamente calore;
- macerazione: è una digestione senza riscaldamento, sicché il processo può durare anche qualche giorno. Poiché l'efficacia dell'estrazione è limitata dall'equilibrio che si crea tra l'interno e l'esterno delle cellule, per ottenere altro principio attivo, si può terminare l'operazione con una spremitura meccanica. Questa è una preparazione adatta all'estrazione di mucillagini dalle radici di Altea, così come l'arbutina dalle foglie di Uva ursina, il cui macerato rispetto al decotto contiene circa la metà dei tannini ed 1/3 in più di arbutina;
percolazione: è il passaggio lento di un liquido attraverso una massa filtrante che può essere costituita da vari strati di materiale caratterizzato da granulometria decrescente dall'alto verso il basso. La percolazione è, per esempio, utilizzata negli acquari, dove l'acqua scorre continuamente attraverso una serie di filtri in modo da eliminarne le scorie. Nei processi estrattivi, la percolazione consiste nel far attraversare la droga (la matrice solida da foglie, piante, ecc.) inserita in un percolatore (fig. a destra) da un flusso continuo di solvente;
- enfleurage: questo antico procedimento, oggi quasi
completamente caduto in disuso per il suo costo elevatissimo, è
utilizzato per l'estrazione di fiori fragili come i fiori d'arancia, il
gelsomino o le tuberose. I petali, raccolti a mano, sono disposti a
formare un sottile strato su una pellicola di grasso animale sparso su
una lastra di vetro, chiamata telaio.
Trascorse 24 o 48 ore (72 per le tuberose), si tolgono scrupolosamente i petali. Questa operazione viene ripetuta parecchie volte fino alla saturazione del grasso. Finito l'enfleurage, si raschia lo strato di grasso ottenendo una sorta di pomata impregnata di profumo. Questa pomata viene poi lavata con alcol etilico per ottenere infusioni; - ultrasuoni: il loro impiego per l'estrazione di principi attivi dalle piante officinali porta ad ottenere risultati al più confrontabili all'estrazione per spremitura, se non peggiori in quanto il sistema si riscalda a causa del prolungato trattamento. In questi casi la matrice solida viene completamente frantumata e si ottiene un miscuglio impossibile da separare nei suoi costituenti e ciò rende non applicabile queste tecniche a livello industriale.
estratti
La F.U.definisce gli estratti "preparazioni concentrate, liquide, solide o di consistenza intermedia, ottenute generalmente da materie prime vegetali o animali essiccate".
Nello schema a destra è riportata la sequenza di preparazione di estratti fluidi secondo uno dei procedimenti riportati nella F:U. VI ed.
Gli estratti si classificano come:
- estratti fluidi: contengono la stessa quantità di principio attivo presente nella droga e sono circa 10 volte più concentrati rispetto alle tinture;
- estratti molli: il processo di concentrazione è spinto fino ad ottenere una consistenza paragonabile a quella del miele; sono da 2 a 6 volte più concentrati rispetto agli estratti fluidi;
- estratti secchi: sono solidi riducibili a polveri e pertanto molto igroscopici.
tinture
Sono definite come preparazioni limpide e colorate, ottenute da droghe non solo vegetali per estrazione con solventi diversi (alcol, acqua, vino). Si distinguono in semplici o composte a seconda che siano ottenute da una o più droghe. In base alla concentrazione si hanno tinture 1:10 (10 parti di droga per ottenere 100 parti di tintura) e 1:5 (20 parti di droga per ottenere 100 parti di tintura).- La Tintura officinale (Tintura FU) è ottenuta a partire dalla pianta secca. Il rapporto in peso droga-solvente è 1:5, cioè 200 g di droga vegetale essiccata in 1 lt di alcool ad una gradazione variabile tra i 60° e gli 80° in relazione alle singole piante. Soltanto in casi particolari si utilizza un rapporto droga-solvente pari a 1:10 (peperoncino, digitale, lobelia, mirra, oppio, zafferano).
- La Tintura madre (TM) è un estratto idroalcolico (60-70°) ottenuto da pianta fresca, in modo tale che 1 g di TM corrisponde a 0,1 g di pianta disidratata. Le tinture madri sono incluse nella Farmacopea omeopatica francese, anche se in realtà non sono preparati omeopatici. Il loro uso è abbastanza diffuso nell'automedicazione, ma gli inconvenienti sono rappresentati dal fatto che non sono titolate né standardizzate e comunque a bassa concentrazione di princìpi attivi, per cui la possibilità di ottenere un risultato clinico comporta anche una spesa piuttosto elevata.
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